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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

immagine di presentazione 

di Francesco Curzi - 2 A

Tra le molte rivoluzioni studiate quest’anno, quella industriale getta una luce su come le attività economiche antiche si sono pian piano trasformate in quelle che ora conosciamo, anche se a costi a volte molto alti.

La Rivoluzione industriale avvenne in Inghilterra alla fine del Settecento e condusse alla nascita delle industrie. Le cause sono riconducibili a diversi fattori: una maggiore produttività agricola, poiché la gentry aveva trasformato i campi aperti della campagna inglese in enclosures, cioè campi chiusi da recinzioni, che venivano utilizzati ad un solo scopo specifico, così da restare più fertili; la gentry aveva introdotto anche la rotazione quadriennale e i canali d’irrigazione. Il secondo fattore fu la grande ricchezza derivante dai commerci sull’Oceano Atlantico (anche, purtroppo, il commercio di schiavi). 

In questo periodo, inoltre, James Watt perfezionò la macchina a vapore, che diede grande impulso al sistema produttivo, specialmente all’interno delle fabbriche tessili. Il grande cambiamento fu che, nell’arco di un breve periodo, non si parlava più di artigiani che lavoravano all’interno delle botteghe, ma di operai che lavoravano all’interno delle fabbriche.

Le città più coinvolte dalla rivoluzione furono Londra, Manchester, Birmingham e Liverpool. In questi centri la popolazione aumentò moltissimo perché le persone si trasferivano in massa dalle campagne alle città per trovare lavoro. I nuovi quartieri abitati dagli operai, però, spesso non avevano acqua, né fognature, né illuminazione, e l’assenza di questi servizi causò numerose epidemie.

Riflettendo sulle conseguenze del fenomeno, quindi, se ne possono individuare di positive e di negative: 

  • tra gli effetti positivi c’è certamente la nascita del settore secondario e la ricchezza che se ne è ricavata, tanto che alcuni proprietari decidevano di investire il proprio capitale nelle fabbriche e, in cambio, ne ottenevano un grande profitto;
  • tra gli effetti negativi c’è lo sfruttamento degli operai, che lavoravano anche sedici ore al giorno per un salario bassissimo; tra di loro c’erano anche bambini, a cui venivano assegnati compiti difficili e pesanti, spesso causa di una morte precoce.