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INTERVISTA AL PROF. FARESE E ALLA PROF.SSA VECCHI

del laboratorio teatrale

immagine di presentazione 

di Nicole Caramignoli (SOCIAL LAB) e Letizia Carere (2A)

In occasione della 61^ Giornata Mondiale del Teatro, istituita a Vienna nel 1961 durante il IX Congresso Mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro, l’attrice egiziana Samiha Ayoub ha scritto un messaggio ricordando i valori fondamentali del teatro: “Non esagero quando dico che quello che facciamo sul palco è l'atto stesso della vita, generata dal nulla, come una brace ardente che brilla nell'oscurità, illuminando le tenebre della notte e riscaldando la sua freddezza.”

La prima domanda che rivolgiamo ai nostri “teatranti”, a scuola, è: che pensate di questa frase? 

(Rispondono in coro, ndr) Pensiamo sia una bella frase, rappresenta l’essenza stessa del teatro. 

 

Secondo voi, qual è l’obiettivo educativo della recitazione con i giovani?

Prof.ssa Vecchi: L’obiettivo è quello di scoprire le potenzialità degli alunni, quelle nascoste, che neanche loro conoscono.

Prof. Farese: Per me l’obiettivo è quello di facilitare l’inclusione, e l’incontro tra i ragazzi. 

 

Cosa porterete in scena al termine del percorso annuale? Perché questa scelta?

Ogni anno portiamo in scena un testo originale prodotto dalla scuola. Quest’anno il tema centrale è la magia della letteratura, il titolo della sceneggiatura è “Tra le righe, fantastiche avventure”. Si tratta dell’ultima di una serie di rappresentazioni che riguardano le varie forme d’arte, negli anni precedenti abbiamo infatti portato in scena la musica, l’arte pittorica.

 

Come è avvenuta l’assegnazione delle parti agli attori?

Abbiamo fatto delle audizioni ai nostri aspiranti attori, li abbiamo poi osservati durante gli esercizi preparatori, e soprattutto abbiamo preso in considerazione il loro impegno.

 

Che strategie consigliate per la memorizzazione della sceneggiatura e per la drammatizzazione (espressività, gestualità, posizione sul palcoscenico, ecc.)?

All’inizio ci sono degli esercizi preparatori: voce, corpo, spazio. Sulla memorizzazione il lavoro è molto individuale, mentre per la drammatizzazione vengono dati dei consigli, suggerimenti, e si ripetono le scene tentando di migliorarle. 

 

Notate delle differenze lavorando con gli studenti nel laboratorio pomeridiano piuttosto che in classe? Il teatro li aiuta ad esprimersi più liberamente o con maggiore sicurezza?

Sì, le differenze sono notevoli, anche perché si tratta di lezioni informali e non frontali. I ragazzi conoscono meglio noi, e noi conosciamo meglio loro, sotto una luce diversa.

 

Adesso, vorremmo sapere qualcosa in più sulla nascita della vostra passione per il teatro.

 

Quando avete assistito ad uno spettacolo per la prima volta? Vi ha subito colpito?

(Rispondono in coro, ancora, ndr) La prima volta è stata al liceo classico. 

Prof.ssa Vecchi: la vera passione è nata all’università.

Prof. Farese: A me onestamente piace molto più organizzare piuttosto che assistere. 

 

Che genere di teatro amate in modo particolare e, magari, consigliereste agli studenti per approcciare a questo mondo?

Prof. Farese: Non c’è un vero e proprio genere.

Prof.ssa Vecchi: L’attualizzazione dei generi classici.

 

Vi sentite più vicini al teatro classico o a quello contemporaneo?

Prof. Farese:Io mi sento più vicino al teatro classico. 

Prof.ssa Vecchi: Io al teatro contemporaneo.

 

I giovani di oggi sono sicuramente più abituati a trascorrere il loro tempo guardando video su YouTube, anziché, ad esempio, andando a teatro. Dal vostro punto di vista, come potrebbe invertirsi questa tendenza?

Prof.ssa Vecchi: Dovrebbero essere abituati fin da piccoli al teatro, assistere e partecipare fin da bambini. Questo li distoglierebbe dai dispositivi elettronici e potrebbe invece predisporli alle arti. 

Prof. Farese: Non credo esista una pozione magica per far innamorare gli alunni dell’attività attoriale, ma leggere testi classici può sicuramente essere un inizio e soprattutto partecipare ad un laboratorio teatrale, come il nostro, alle scuole medie, o al liceo. 

 

Grazie per averci illuminato sull’arte drammatica, anche con un pizzico di comicità.