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HO TREDICI ANNI E...

 

di Eva Alfinito  - 3 A

Ho tredici anni e nella mia vita ho concluso poco e niente, insomma, di "obiettivi materiali" ne ho conclusi parecchi, ma non è quello che mi interessa, non è quello che mi fa star male ogni dannato giorno, che mi svuota i polmoni ogni volta che ho un rimpianto.

Io voglio concludere nella vita qualcosa per me, voglio migliorare, voglio sorridere, ma col cuore, voglio piangere, voglio esser felice per attimi che non torneranno, voglio cadere, voglio rialzarmi, voglio ascoltare la gente...voglio esser contenta così. Ma il problema è che sono Eva Alfinito ed ogni maledetta volta che mi prometto una di queste cose, mi ci convinco, sì, mi giuro che lo farò, nessuno può fermarmi, io ce la posso fare, io ce la devo fare, io ce la farò, e poi spero, sì, spero, spero come una dannata, come quando da bambina speravo di riuscire a vedere Babbo Natale, come quando penso al mio futuro, come quando penso al mio futuro, come quando piango, come quando guardo la persona che mi piace, spero, spero e basta, è facile sperare e basta, questa è la verità. Ma io sono così e spero finché non arriva quel giorno e fino a un secondo prima continuo a sperare, ma poi ci rinuncio, sono così, io rinuncio sempre, e la speranza, bicchiere di cristallo, si frantuma e cade dentro me e sento il dolore del cristallo che mi taglia, ma io non sono come tutti, come te, poiché se tu per sbaglio urti un bicchiere e lo fai cadere, la volta dopo cerchi di non farlo più, cerchi di stare più attento, ma io no, o meglio: fino ad un attimo prima sì, poi quando arrivo lì vicino rinuncio, è più forte di me, io rinuncio.