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I CENTO PASSI

 

di Francesco Della Rovere e Nicole Liberati

Il film “I Cento Passi”, diretto nel 2000 da Marco Tullio Giordana, è incentrato sulla vita e l’omicidio di Peppino Impastato:

un giovane e coraggioso ragazzo siciliano che pur avendo la mafia nel sangue, in quanto figlio di un mafioso, lottò contro essa e contro l’omertà che ne scaturiva.

Il giovane Peppino nasce a Cinisi nel 1948, un paesino situato in Sicilia. Si scontra fin da giovane con la mafia e il boss locale Tano Badalamenti che abita a solo 100 cento passi dall’abitazione di Peppino, da qui il titolo del film. Peppino spiega così al fratello Vito:

Peppino: Sei andato a scuola, sai contare?
Vito: Come contare?
Peppino: Come contare? 1, 2, 3... Sai contare?
Vito: Sì, so contare
Peppino: E camminare?
Vito: So camminà
Peppino: E contare e camminare insieme lo sai fare?
Vito: Si, penso di sì
Peppino: Allora forza, conta e cammina: 1, 2, 3... 97, 98, 99 e cento. Lo sai chi ci abita qua? Ah, u zù Tanu ci abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi! Vivi nella stessa strada, bevi nello stesso caffè alla fine ti sembrano come te...”

Peppino: È solo un mafioso, uno dei tanti
Giovanni: È nostro padre!
Peppino: Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio dire che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!

Nel film viene narrata la ribellione del giovane nei confronti del padre e della sua organizzazione mafiosa, dagli articoli di giornale in cui criticava la mafia senza peli sulla lingua e senza mezzi termini alla creazione di una stazione radio che divenne famosa in tutta la Sicilia. La mafia lo seguiva quasi come un’ombra nella sua vita, dall’infanzia, dall’omicidio dello zio fino alle continue intimidazioni che termineranno con la sua morte nel 9 maggio 1978 quando fu fatto saltare in aria sulle ferrovie di un treno. La sua morte corrisponde anche con il ritrovamento a Roma di Aldo Moro.
Questo film narra, oltre che alla vita di Peppino, i lati più oscuri della vita in Sicilia, e l’orripilante verità della mafia che colpisce tutti quanti con la sua straziante omertà. Una mafia che è all’ordine del giorno, che fa parte, purtroppo, di ogni singola vita, e che stravolge tutto. “Sappiamo come si nasce ma non come si muore” recita una canzone intitolata “i cento passi” in onore di Peppino, e ciò che afferma è vero perché sono molteplici le persone morte per aver parlato solamente, per aver esercitato un proprio diritto, insomma per aver vissuto. Peppino è stato uno dei tanti che non scorderemo mai in questa atroce battaglia per la libertà.