Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti per funzionalità quali la condivisione sui social network.
Cliccando su Accetto, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento si acconsente all'uso dei cookie. Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Ulteriori informazioni.

UNA MELA AL GIORNO...

 

di Pietro Passerotti

Tutti conosciamo la mela, per un motivo o per un altro, e tutti noi almeno una volta nella vita l'abbiamo assaggiata, toccata, vista. Pensate solamente ad Adamo ed Eva, che brutto scherzo gli ha giocato dare un morso ad una mela!

Oppure la Apple, una delle aziende più importanti al mondo, che ha come ricetta segreta il suo solo marchio, la mela morsicata. E Newton, che con quel semplice frutto ci ha insegnato cos'è la gravità. New York, ancora, fa parlare di sé come "La Grande Mela"; la Apple Records, fondata dai famosissimi Beatles. Ed infine la mela della bellezza, della lucentezza, la mela attraente della fiaba con cui siamo cresciuti: quella di Biancaneve.
 La mela di cui parliamo oggi, invece, non è molto attraente né un simbolo di importanza e fama, ma semplicemente una mela con una storia molto particolare racchiusa nei suoi semi e nelle radici del suo mirteto.
Infatti il bisnonno di un alunno della scuola secondaria "Pepoli", partito per l'America, tornò prima della fine della "Grande Guerra" riportando una pianta di mela americana. In seguito, innestandola con una pianta locale, dette la nascita alla cosiddetta mela di Bebé, chiamata così perché l'autore di questo innesto usava spesso come intercalare "beh...beh...".
Questa mela schiacciata, piccolina ma succosissima e saporita ha avuto l'onore di comparire nell' "Atlante Dei Fruttiferi Autoctoni Italiani", pubblicato a cura del Ministero Delle Politiche Agricole e Forestali e di essere celebrata dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità ONLUS. Per chi volesse approfondire:
https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/mela-di-bebe/